Nelle scorse settimane la Provincia di Bolzano ha comunicato l’acquisizione di licenze Microsoft per l’utilizzo di Office 365, facendo un drastico retromarcia rispetto ad un precedente comunicato e lasciando perplessi molti sostenitori del software libero.

Alcune community hanno iniziato ad interrogarsi e a discutere sulle motivazioni palesate dall’Amministrazione Provinciale di Bolzano. Una di queste è Wiildos, il gruppo di persone (per la stragrande maggioranza insegnanti) che sostiene l’utilizzo del software libero nelle scuole e nata per promuovere la lavagna multimediale libera.

Dal confronto dei membri è nata la lettera che segue, promossa da Maria Pia Dall’Armellina, attivissima insegnante.

“Spett.le Presidente della Provincia di Bolzano sono un cittadino italiano ed ho appreso dalla stampa http://www.techeconomy.it/2016/04/18/bolzano-sceglie-office365-lavorare-nella-cloud-la-banda/ che la Vostra amministrazione ha deciso con la delibera 388 del 12/4/16 di adottare una modalità di lavoro in cloud scegliendo il servizio di Microsoft “Office 365”, disattendendo in questo modo al progetto di migrazione a LibreOffice annunciato nel giugno 2013 che avrebbe comportato un risparmio di 600mila euro in licenze per 7.000 PC.

Come cittadino contribuente, che partecipa nel fornirvi quelle risorse finanziarie atte alla gestione della Vostra amministrazione, ritengo opportuno esprimere la mia disapprovazione per tale scelta che, dimostrandosi uno spreco di risorse pubbliche, risulta indirettamente ledere un progetto di sviluppo virtuoso di pratiche civiche le cui ricadute devono portare benefici al bene collettivo e non tutelare dei privilegi.

La scelta di adottare il software libero, sia come servizio in cloud che fisso comporta i seguenti vantaggi:

  • sviluppo dell’economia locale con capitali che restano nel Paese e non vanno ad arricchire le multinazionali straniere.
  • sviluppo di una autonomia di gestione del software che consentono personalizzazione nella gestione dei servizio.
  • libertà dall’obbligo di pagamento delle licenze che ipoteca nel futuro l’amministrazione a una costante uscita di capitali.
  • Promozione di pratiche di condivisione che risultano fondamentali nel favorire un processo creativo adatto a un mercato del lavoro in continua evoluzione e flessibile.
  • Maggior personalizzazione del software che comporta maggior libertà rispetto i vincoli dell’azienda appaltante.

Aggiungo poi che gli standard aperti consolidano certezze nei formati usati, in particolare il formato Open Document, meno spreco di risorse future sia in termini di sicurezza informatica dei documenti, sia in termini di gestione documentale sul lungo periodo, in quanto il formato ha specifiche pubbliche e licenza pubblica riconosciute, che ne permettono in futuro di poter aprire i documenti senza essere vincolati, anche in termini legali, all’azienda appaltante.

Per tutte queste ragioni ritengo pertanto priva di motivate istanze la Vostra scelta di adottare il software proprietario e ritengo necessaria una revisione dei Vostri accordi per adempiere al progetto iniziale di migrazione al software libero, annunciato nel 2013, che risulta mai attuato.

La particolare situazione socio-economica italiana, che riflette il contesto globale di crisi del modello capitalista, deve rendere le scelte di ogni pubblica amministrazione consapevoli delle conseguenze che esse comportano e attente anche ai benefici indiretti in larga scala che si riflettono complessivamente sul sistema sociale.

Pertanto per tutelare la mia cittadinanza attiva vi invito nuovamente a riconsiderare la vostra scelta sotto il necessario profilo etico.”