Ripensando al tuo percorso di formazione vorrei che ti chiedessi di raccontare di una relazione educativa particolarmente significativa. Quali erano le caratteristiche e cosa ti ha insegnato.
Sono insegnante di sostegno da sedici anni. I primi dieci ho lavorato nella scuola dell’infanzia, gli ultimi sei nella scuola primaria. L’esperienza che ricordo con molto piacere, perché relazione educativa positiva, l’ho avuta nell’a.s. 2005/2006 nella bellissima e organizzatissima scuola dell’infanzia”V…..” di Imola (BO). A parte la struttura, scuola costruita secondo le nuove norme biotecnologiche; la relazione educativa con le varie “parti”, costruita giorno dopo giorno, e’ stata, a mio avviso, di fondamentale importanza. Colleghe, collaboratori scolastici, genitori ed enti locali, tutti uniti per un unico obiettivo. Come docente di sostegno, sentendomi pienamente accolta, ho avuto la possibilità di confrontarmi e di relazionarmi con tutti per raggiungere gli obiettivi quali l’ accoglienza, l’integrazione e l’inclusione di bambini diversamente abili, di bambini con svantaggio socio-culturale e/o appartenenti ad altre etnie,di bambini cosiddetti “normali”. Ambienti scolastici ed extrascolastici organizzati a misura di bambino, al via progetti, anche non remunerati, con enti presenti sul territorio, psicologi, mediatori didattici, terapisti della riabilitazione. Obiettivi verificati con incontri quindicinali. Personale educativo messo a disposizione della scuola dal comune. Figura che affianca e continua il lavoro del docente di sostegno per le ore in cui questi non è presente, chiamato a programmare con i docenti tutti (curricolari e di sostegno). Assistentato materiale formato e disponibile. Il docente di sostegno non è solo, fa parte di un team che lavora in sinergia. Gli alunni, ognuno con la propria storia personale messa al centro di ogni intervento educativo-didattico, “appartengono” all’intero team docente.
Docente
Caserta, 17/05/2016 Livia Cipro
