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FORMAZIONE 2017

DATA

ORE

ARGOMENTO

AMBITO

RELATORE

27 aprile 2017

2

15-17

Dematerializzazione delle comunicazioni. Descrizione ed utilizzo delle piattaforme : TELEGRAM WESCHOOL DIDASKO

Competenze digitali.

Uso tecnico dei mezzi multimediali come base per imparare a cercare informazioni, a scambiarle -per valutarle criticamente -per produrre materiali e partecipare a semplici reti collaborative attraverso il web.

Prof. Cuomo

16 maggio 2017

2

15-17

Compilare un curriculum vitae EUROPASS nel formato europeo standard internazionale : ODT (ODF) e standard de facto doc. Conversione dei documenti in formato PDF accessibile.

Competenze digitali e coinvolgimento della comunità scolastica

Prof. Materazzo

 

DATA

ORE

ARGOMENTO

AMBITO

CONSEGNA

11 aprile 2017

3

15-18

La gestione dell’aula virtuale

Competenze digitali e nuovi ambienti di apprendimento

Creazione di un’aula virtuale su Edmodo

9 maggio 2017

3

15-18

Presentazioni multimediali per una comunicazione vincente

Competenze digitali e innovazione metodologica

Presentazione di una lezione.

30 maggio 2017

4

15-19

Riflessioni conclusive e condivisione dei lavori svolti

 

lLavoro autobiografico di Di Tunno Maria

Sono Maria DiTunno,insegno da circa vent’anni nella scuola Primaria con alunni D.A..Sono stata fortunata ad aver incontrato insegnanti curriculari qualificate e molto motivate ed un gruppo di insegnanti di sostegno allo stesso modo , motivate e propositive, nonchè  esperti di neuropsichiatria infantile ed operatori sociali e  di riabilitazione. Cosi , il lavoro in sinergia e condivisione è apparso di importanza notevole per attuare quella che è l’integrazione e ancor più specifica , l’inclusione di alunni D.A. . Nella convinzione che la diversità sia una risorsa per tutti ,  sono sempre più convinta che , spetta a l’intera comunità scolastica farsi carico dell’integrazione e della crescita dell’alunno disabile, evitando il rischio dell’emarginazione scolastica e sociale e la mia esperienza con una bambina DOWN ne è stato l’esempio. Cosi, quando l’inserimento di un alunno con disabilità è vissuto con passione e gestito con professionalità , scatta a curiosità , l’interesse e la voglia di mettersi in gioco. Primo trguardo è stato quello di coniscere l’alunno nella sua “unicità”, nelle sue competenze e nei suoi interessi e non soltanto nelle sue mancanze e nelle sue difficoltà. E’ stata la protagonista di esperienze curriculari ed extracurriculari , adottando di volta in volta strategie e strumenti adeguate per compensare le difficoltà.  Inizialmente , il percorso di apprendimento è stato un pò duro , poi , via via ho capito come “impara” e tutto è divevuto più semplice e lineare..Scoprivo giorno per giorno quali erano i suoi canali preferenziali per l’apprendimento , ma soprattutto i suoi tempi ri attenzione e concentrazione , e su quali attività rimane accesa la sua “MOTIVAZIONE”. Ho capito che la mia alunna con sindrome di down impara come gli altri , ma con ritmi diversi e tempi più lunghi. Operativamente è risultato fondamentale adattare il programma dell’alunna con il programma del gruppo -classe e valorizzare le sue competenze mediante proposte didattiche quanto più possibili agganciate alla programmazione della classe, seguendo la stessa seguenza oraria delle materie. In altre parole, non aveva senso che la bambina continuasse  a fare matematica con l’insegnante di sostegno perchè più lenta ed aveva bisogno di più tempo, mentre invece la classe incominciava la lezione di italiano cambiando insegnante. Importante è stato prestare attenzione ai tempi di attenzione e di concentrazione dell’alunna , rispettandoli , ma nello stesso tempo mantenendo l’obiettivo di allungarli mediante strumenti di facilitazione .Lavorare in gruppi ha favorito la valorizzazione delle competenze di ciascuno , Usare le tecnologie informatiche ed audiovisive ha reso meno motivante le attività e favorito l’apprendimento. Sfruttare le risorse /compagni , come tutor potenziali per aiutare un alunno in difficoltà , ha garantito momenti di aggregazione e di aiuto reciproco , ciò non escludendo la necessità di momenti individuali di apprendimento. Particolarmente significativa è stata l’esperienza e l’impegno profuso dell’alunna a gestire autonomamente le consegne affidatele per incentivare sempre più l’autonomia sociale .La collaborazione con  docenti curriculari è stato di fonsamentale importanza  per dare coerenza al percorso preposto e per  poter parlare di reale integrazione scolastica e di inclusione.

Lavoro autobiografico

Ripercorrere i momenti più significativi della mia esperienza scolastica mi ha riportato indietro nel tempo e mi ha indotto a riflettere  che sono trascorsi più. Di venti anni da quando ho iniziato il mio lavoro da docente di sostegno. Esperienza nata dal caso , perché  non possedevo titolo di specializzazione, facevo supplenze su scuola comune quando il Provveditore agli studi di Ferrara , vista la mancanza di persone qualificate mi convoco’ per sentire se ero disposta ad affrontare un intero anno su posto di sostegno. Quel giorno decisi di accettare e da li è nato il mio interesse per gli alunni in difficoltà . Così  in seguito ho acquisito il titolo adeguato presso un istituto di Padova e per me  ebbe inizio quella che oggi definisco la mia professione.  In tutti questi anni molti sono stati i bambini in cui mi sono ” imbattuta” , chiedo scusa per il termine , ma è quello che più rende l’idea di cosa si prova la prima settimana a contatto con un nuovo alunno, visto che ogni anno  i primi giorni di settembre cambiavo caso, cambiavo scuola, cambiavo colleghi e dirigente. Ogni anno avevo a che fare con una patologia diversa su cui informarmi, prendere appunti e studiare bene la situazione per poter mettere a punto un percorso da portare avanti. Oggi dopo tanti anni mi ritrovo a pensare ai miei tanti allievi e scopro con gioia che nella mia mente ci sono i ricordi di tutti loro ,e’ piacevole ripercorrere i momenti trascorsi insieme e soprattutto all’ arricchimento che mi hanno procurato. Tra i tanti, in particolare, gli alunni che più mi hanno coinvolta sono stati i bambini autistici, perché  ne ho incontrai vari sulla mia strada , ma tutti  sempre diversi tra loro. Tutto ciò  che avevo imparato con Gianluca  non andava bene con Marco e nemmeno con Mirko. Ogni volta era una “battaglia” per cercare di comprendere come dovevo intervenire, penso sia inutile sottolineare quante volte mi sono sentita incapace e spesso inadeguata, però più provavo  tutto ciò , più mi incuriosivo e mi intestardivo che dovevo sfondare quel muro, stimolare e scoprire il canale con il quale poter entrare in relazione con l’alunno. Senza relazione non c’è apprendimento e di conseguenza nessun cambiamento o miglioramento, che sono gli obiettivi verso i quali cerco di guidare  e condurre i miei alunni “speciali”.